Chi siamo

Mi chiamo Fabio Suria, classe 68, una vita dedicata al viaggio e al viaggiare, tanto che questa mia naturale predisposizione, sono genovese d’altronde, terra di mare e marinai, alla fine si è trasformata in quella che per quanto mi riguarda vivo come la mia “mission” sulla terra, che è quella di tracciare percorsi e partecipare in veste di coordinatore ai viaggi di gruppo in giro per il mondo, soprattutto in India, mia vera e propria seconda patria.

L’arrivo nel subcontinente indiano, nel 1993, è stato preceduto da un percorso “sulla strada” iniziato da giovanissimo nella Londra della seconda metà degli anni 80 e proseguito poi attraverso Asia, Stati Uniti, Caraibi e America, un viaggio verso il sud del mondo che si è compiuto in un luogo di rara bellezza nel Nordeste del Brasile.

Trancoso di Bahia. Quella che oggi è una meta esclusiva e rinomata, all’epoca, era il 1989, era un luogo poco conosciuto, un posto selvaggio pieno di incanto che è divenuto il mio andare e tornare dall’Europa fino alla decisione di fermarmi lì a vivere.

E’ stato proprio a Trancoso che ho iniziato a respirare il mito del subcontinente indiano, a lasciarmi rapire dai racconti di quei viaggiatori che si spostavano tra Sud America e Oriente seguendo la bussola della stagionalità. Poi un giorno, quando il ciclo di vita col Brasile è giunto alla sua conclusione, la rotta per la meta successiva era già stata tracciata. L’India.

L’India nel destino. Dal nord al sud, dai villaggi remoti delle montagne himalayane fino alle verdi foreste tropicali del Kerala, in quel primo viaggio lungo quasi un anno sono sceso in lenta esplorazione e dopo una serie rocambolesca di incontri e deviazioni il mio peregrinare ha incontrato infine la sua destinazione: Tiruvannamalai, cittadina calda e polverosa nello stato del Tamil Nadu. Ne oceano, ne vette innevate, ma una brulla pianura, un monolite solitario che si erge dal suolo, la sacra montagna Arunachala venerata come manifestazione del dio Shiva, e una cittadina che lo circonda avvolta dalla presenza eterna di uno dei più grandi saggi dell’India, Sri Ramana Maharshi. Tutto è accaduto in un attimo, pura magia: Un incontro importante, l’idea di un progetto, la sua messa in opera, e nel 1995 lo Sri Arunachalashramam è stato inaugurato. La mia casa. L’Ashram è una sorta di eremo, uno spazio dove si compie un’attività utile al bene comune. Il mio (in realtà l’Ashram differisce dalla proprietà privata), ospitava periodicamente un medico ayurveda il quale si occupava della distribuzione di medicinali a chi ne aveva bisogno.

Da lì fino al 2004 sono stati nove anni intensi, meravigliosi e a volte difficili, ho girato in lungo in largo e mi sono immerso in quell’universo infinito che è l’India, nella sua tradizione. Ho studiato e praticato yoga e vedanta advaita, mi sono formato come uomo. Nel frattempo in Italia è nato il mio splendido figlio, e con lui naturalmente i tempi di permanenza si sono dimezzati, la vita è in costante cambiamento e i miei studi e interessi mi hanno poi spinto al nord, l’Ashram ha compiuto il suo corso.

Dal 2014 metto a disposizione dei viaggiatori la mia esperienza organizzando e coordinando in presenza viaggi particolari sulle strade di diversi paesi del mondo.